Canto montanaro In evidenza
La mia voce ormai è poca, è tanto faticosa questa scalata.
Mentre prendo fiato, tra uno spigolo e l’altro,
controvento leggo tutta la mia vita.
Vedo gli occhi di mio figlio che suona il suo dolore.
Mi fermo davanti alla roccia, vi porgo le braccia e
scalando il mio respiro, comincio a pregare.
Quel fumo che mi esce dalla bocca e dalle labbra è il suo calvario.
Sento le gambe stanche, mi fermo su di un prato,
raccolgo una margherita e costruisco il suo canto.
Scalo sul suo cuore.
Un piccolo pugno di neve secca è il suo perdono,
mentre la scaldo tra le mani odo il suo bacio e
dopo un bel riposo che assomiglia ad un fugace attimo,
riprendo il cammino.
Il profumo della zolla mi fa comprendere che la bellezza,
che sento sotto alla pianta dei piedi, è la sua guarigione.
Le mie lacrime si trasformano in lampi.
Una mano mi suda, è Dio che accarezza la mia fede di montanaro.
L’amore di mio figlio è Bibbia per me, è profonda comunione con gli infiniti monti.
Grazie dolce amore per essere stata guida coriacea e dolce per i miei piedi.
Buona Pasqua.
Valentina Lodi
il volo di farfalla è l'eleganza d'amore
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