Dal libro “1888-2018 Una grande storia”
Un lungo viaggio con la montagna nel cuore
Breve storia della Sezione CAI Carrara
La passione per il proprio lavoro di ricerca nell’ambito geologico, congiunto ad sentimento di attaccamento alle sue amate Apuane e i rapporti di lavoro che lo avvicinavano a Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano, concorrono in Domenico Zaccagna all’idea di fondare un Club Alpino, che diverrà la prima Sezione del territorio apuano. La data della sua costituzione fu il 13 febbraio 1888. La notizia sarà data anticipatamente al giornale locale “L’eco del Carrione”, che il giorno 15 gennaio 1888 uscì al pubblico con il seguente articolo: «…abbiamo ricevuto la circolare diramata dai promotori per la costituzione in Carrara di una Sezione del Club Alpino Italiano, e facciamo plauso all’operosità dei benemeriti promotori, che in breve tempo hanno saputo raccogliere l’adesione di ben 100 cittadini, a divenire Soci della Sezione stessa…». Nasce cosi, in un paesaggio dominato da suggestivi e silenziosi pinnacoli in pietra aggettanti sulla città di Carrara e la riposante trasparenza del mare, la Sezione di Carrara. Il primo Presidente sarà Domenico Zaccagna, che per motivi che vanno ricercati nell’ambito lavorativo, lo portano spesso ad allontanarsi dalla sua città. Rassegnerà, nell’ottobre del 1888, le proprie dimissioni. Come suo successore fu eletto Felice Momo, a D. Zaccagna gli fu assegnato l’incarico di Delegato alla Sezione Centrale. Dopo l’autorizzazione avuta dalla Sede Centrale di Torino per costituirsi in Sezione autonoma (la lettera fu spedita il 20 febbraio 1888) finalmente i 138 Soci inaugurarono nello stabile Passani in via Santa Maria la prima Sede, non distante dall’abitazione di D. Zaccagna. Inizia la programmazione di tutte le attività sezionali, tra cui la prima escursione ufficiale datata 21 giugno 1888. Nel 1891 verrà eletto a Presidente del Sodalizio Cherubino Binelli, il quale rimarrà in carica fino al 1894/5. Questa data sarà ricordata per i famosi Moti di Lunigiana, che contribuiranno, anche se indirettamente, alla chiusura della Sezione CAI di Carrara. Per gli interessati verrà a mancare un punto di riferimento, un luogo di incontro in cui era possibile ascoltare e condividere le proprie emozioni e dibattere sulla passione che li accomunava: la montagna. Passeranno circa 40 anni prima che a Carrara si ricreeranno le condizioni per istituire una nuova Sezione e dare nuovamente alla città un punto di riferimento per coloro che continuarono a frequentare la montagna. Nel 1936, dopo alcuni tentativi fatti l’anno precedente, viene rifondata la Sede. L’avvenuta ricostituzione sarà opera dell’architetto Carlo Vianello, il quale ne diverrà Presidente fino al 1944. Facendo una comparazione tra questi due periodi storici, la nascita e la rifondazione, si comprendono subito le difficoltà che accomunarono le due date: il 1888-1894/5 per la rivolta operaia sfociata nei Moti di Lunigiana, che portò la provincia di Massa Carrara a sopprimere di autorità tutte le associazioni sorte in quel periodo, tra cui anche la Sezione CAI, e il 1936-1945 funestato dal regime fascista. Dopo i fatti dell’8 settembre 1943 inizia una nuova fase in cui viene messa nuovamente a rischio la tenuta della Sezione di Carrara: la sede fu saccheggiata e molto del suo materiale di archivio andato disperso. Una frase, che sintetizza tutto lo sgomento di quegli anni è riportata da Plinio Volpi in una intervista del 18 marzo 1952: «[…] con la Patria anche’essa fu travolta nella rovina. Ogni suo patrimonio: morale e materiale fu disperso; gli appassionati, “i veci”, amareggiati in tanto caos, assistettero supini al suo sfaldamento». Proseguendo nel successivo capoverso si intuisce la passione che animava le persone che si accollarono questo gravoso compito: «[…] fu, infatti, durante il raduno organizzato dalla Sezione di Viareggio per l’inaugurazione del rifugio “Pietrapana”, sul finire dell’anno 1949, che, con un gruppetto di amici, parlando con il Presidente generale Bartolomeo Figari, che si decise la risurrezione della Sezione. Oltre, ben si intende, che per amore di questo sport che è tutta la nostra passione, anche per il decoro di questa Città che giustamente si erge a culla e Capitale delle Apuane». Fu sul finire del 1949, sotto la presidenza di Stefano Pietro Andrei (1948-1949), che il CAI di Carrara risorgerà dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale. Le conseguenze della guerra furono pesanti e ricostruire su macerie, sia materiali che morali, non fu semplice per coloro che avevano nelle intenzioni la voglia di riscrivere un nuovo capitolo per il futuro.
Sempre nell’intervista Plinio Volpi ricorda con un breve discorso le parole del prof. Vico Perutelli (1950-51): «…dopo i preliminari con la sede Centrale e il relativo saldo di un vecchio debito lasciato da alcuni sfortunati volenterosi che mi precedettero nel compito, il giorno 15 giugno 1950 iniziai il nuovo tesseramento. Assunsi la carica di Presidente provvisorio, con l’impegno di organizzare al più presto l’Assemblea generale dei Soci per procedere alla elezione delle cariche sociali avvenute il 15 agosto 1950. Contavamo a quella data una cinquantina di elementi».
Nonostante la guerra incombesse in ogni angolo delle Apuane la voglia di frequentare la montagna e dare ancora un senso alla Sezione per cui esistere era ancora molto partecipato, come si evince dal diario di Sauro Fontanesi gentilmente donato dal figlio Giorgio il 10 febbraio 1988.
Nel diario sono riportate numerose escursioni effettuate tra il 1942 e il 1944, insieme ad altri Soci. Una, tra queste, la riproponiamo così come la scrisse Fontanesi: «2 gennaio 1944. Carrara ore 13.30, Codena, Bergiola, cave, case e prati, Rocchetta, Brugiana, Bergiola, Codena, Carrara ore 18.30. Unico partecipante Carlo Chiappe. Di seguito proponiamo la piccola relazione relativa all’escursione: «Splendida giornata, bella visione delle Alpi Apuane. Veduta, ad occhio nudo, delle Alpi Marittime, della Corsica, dell’Elba, della Capraia e della Gorgona». Da quassù, al di là del mare, videro anche riaccendesi la speranza in un futuro migliore. E da questa speranza il faro riprenderà ad illuminare la via.
La determinazione e l’amore di un gruppo di persone, nei confronti del proprio territorio, sono stati più forti dei soprusi subiti. La Sezione di Carrara ha retto l’urto della barbarie nazi-fascista solo grazie alla volontà di questi uomini che hanno difeso un baluardo di libertà contro le ingiustizie.
Il C.A.I di Carrara sarà sempre, oggi come allora un baluardo, utile come il faro per il marinaio ad indicare, a coloro che hanno la montagna nel cuore, che l’obiettivo di ciascuno dovrà essere quello di tenere fermo e ben saldo lo sguardo verso il futuro, per sostenerlo nel suo cammino verso i 150 anni di attività. Solo così il faro sarà ancora lì ad indicare il cammino.
Dedicato a tutte le persone di buona volontà,
che nel corso degli anni hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo della Sezione.
Alla tenacia per non aver mai capitolato e per aver vinto una sfida all’apparenza impossibile.
Alle future generazioni che avranno l’onore di condurci verso il traguardo dei 150 anni di attività
Dalla Poesia “Scalatori con le ruote”
«….. le nostre sedie saranno sempre pronte a scalare e donare una foglia di senso all’amicizia, senza barriere e senza inutili dune»
Valentina Lodi : 2015
….. e a tutte le persone che come Valentina hanno la montagna nel cuore.