IL FATTACCIO BRUTTO DEL MONTE ALTISSIMO In evidenza
IL DIRETTIVO SEZIONALE E LA COMMISSIONE TAM HANNO ADERITO E INVITANO TUTTI I SOCI A PARTECIPAREALLA MANIFESTAZIONE DEL 13 APRILE
NO ALLA DISTRUZIONE DELL’AMBIENTE E AL FURTO DELLA DEMOCRAZIA
Documento programmatico per la manifestazione del 13 aprile
L’ANTEFATTO
Non è facile ricapitolare in poche righe questa vicenda di devastazione ambientale e di arroganza istituzionale all'ombra delle Apuane. È accaduto che dopo un contenzioso ultra trentennale tra i frazionisti (gli aventi diritti collettivi sui terreni che nell'insieme costituiscono un uso civico) e la Henraux Spa è intervenuto il Commissario agli Usi Civici con una sentenza secondo la quale quasi 2 milioni di metri quadrati del Monte Altissimo sono stati “erroneamente” iscritti al Catasto da Henraux come propri, ma sarebbero in realtà occupati e in parte già escavati senza alcun titolo valido, e quindi da restituire al Demanio collettivo e civico. Questa sentenza è stata impugnata da Henraux, che ha però voluto anticipare il pronunciamento, o forse evitarlo, promuovendo una richiesta di conciliazione anche per escludere i frazionisti.
Ma qui entrano in gioco il Comune di Seravezza e la Regione Toscana, che hanno decisamente spostato l'ago della bilancia in favore di Henraux. In buona sostanza hanno piegato leggi e sentenze in maniera da mettere fuori gioco l'ASBUC (Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico, organo di rappresentanza dei frazionisti) e rimettere al Sindaco ogni decisione. Il Sindaco e la Regione hanno così autorizzato Henraux a scavare per 10 anni quasi 500.000 metri cubi, che nell’ipotesi più contenuta renderanno all’azienda almeno fra i 3 e i 5 miliardi di euro, in cambio del versamento alle casse comunali di 100.000 € all'anno per 10 anni, quale compensazione della rinuncia dei terreni, di cui però sono unici titolari i frazionisti e non il Comune. Di fatto una espropriazione forzata, o un regalo, dipende dai punti di vista.
Ma la Corte d’Appello non ha avallato la mancata convocazione delle elezioni dell’ASBUC da parte della Regione, ha invece disposto che questa debba dare corso alla nomina della rappresentanza dei frazionisti e ha fissato una nuova udienza per il 4 marzo scorso. E di nuovo gli Enti hanno giocato le loro carte per mettere fuori gioco i frazionisti: la Regione ha preferito in modo fuorviante applicare il Regio Decreto 332 del 1928, mancando di ricondurlo alle leggi della Repubblica Italiana e della stessa Regione Toscana per la determinazione della rappresentanza civica, per cui ha sorteggiato il 9 febbraio scorso i rappresentanti invece di individuarli mediante elezione.
La Corte si è riunita a Roma il 4 marzo, ma dopo il viaggio (a proprie spese) verso la capitale i cinque sorteggiati hanno scoperto:
E dunque nulla di fatto e paradossalmente tutto è compiuto, la conciliazione è sparita all'orizzonte. La Corte si riunirà a maggio 2026.Nel frattempo, il 24 Marzo il Commissario agli Usi Civici emetterà la sentenza sulle varie questioni poste dai frazionisti:
La nostra determinazione è che l'Altissimo e le aree sulle quali la Henraux intende sviluppare l’attività estrattiva (il cui stile devastante è manifestato con la demolizione del Picco di Falcovaia e la distruzione del sentiero CAI n. 31) siano tutelate per il loro evidente valore ambientale e paesaggistico.
La democratica costituzione della ASBUC sarebbe stata e resta un passaggio importante verso questo obiettivo e verso la civiltà: la vicenda del sorteggio ha scavato un baratro tra il comportamento degli Enti pubblici e il rispetto dell'ambiente e dei cittadini, distanza che la Regione ha voluto marcare anche geograficamente disponendo che il sorteggio si svolgesse a Grosseto, dall'altra parte della Toscana.
In questa Regione, il cui Presidente considera le Apuane solamente un “giacimento economico” e non uno straordinario patrimonio ecologico, storico e paesaggistico, sembrano fiabe le disposizioni della Costituzione, che «tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni» (art. 9) e che sancisce che «l'iniziativa economica … non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale» (art. 41).
LA NOSTRA AZIONE
In attesa del pronunciamento della Corte d’Appello, Henraux è stata indebitamente autorizzata dal Sindaco di Seravezza a sottrarre per sempre alla montagna in 10 anni quasi 500.000 metri cubi, che renderanno almeno fra i 3 e i 5 miliardi di euro, su terreno del Demanio Civico e comunque bene dell’intera collettività.
Noi ci ribelliamo a questo stato di cose, a questa negazione dei principi democratici e a questa devastazione che alla montagna sostituisce il nulla, che di fatto realizza un furto dell’ambiente e della democrazia.
Il 13 aprile andremo a manifestare proprio a Seravezza il nostro sdegno e la nostra opposizione, con l’intento anche di informare e sensibilizzare la popolazione delle frazioni, di tutta Seravezza, della Versilia e del mondo intero, perché ciò di cui sono vittima il Monte Altissimo e il Monte Pelato è emblematico delle modalità con cui l’estrattivismo sottrae Natura, devastando l’assetto idrogeologico, naturalistico, ambientale, storico e sociale dei territori, e anzi letteralmente li sottrae per sempre alle attuali e future generazioni.
Andremo a chiedere che questo sconcio non trovi applicazione. Andremo a difendere la montagna da ulteriore saccheggio e sostenere i diritti dei frazionisti.
GLI OBIETTIVI
Sul piano Ambientale
Proteggere l’Altissimo, il Pelato e le Apuane dall’estrattivismo, che ha come unico fine l’arricchimento privato con la connivenza degli Enti Pubblici, realizzato attraverso l’estrazione incontrollata del marmo, lo sfruttamento esasperato delle risorse e la vendita con ricavi opachi nella loro effettiva consistenza, lasciando nel territorio devastazione e impoverendo il patrimonio naturale e le popolazioni.
Chiediamo un’efficace azione di tutela della flora, della fauna e dell’acqua, del paesaggio e del profilo delle nostre montagne e un concreto programma per un modello economico alternativo e ecosostenibile.
Sul piano Politico
Rieleggere gli organi amministrativi dell’ASBUC, mediante l’applicazione del pieno principio democratico che gli elettori siano i frazionisti della montagna seravezzina, in quanto riconosciuti come i soli legittimi e secolari titolari di diritto sulle terre collettive e in quanto tali custodi di quelle terre per la perpetuazione del loro valore ambientale.
Sul campo
In sostanza, con la nostra mobilitazione vogliamo innanzitutto dare risposta ai tanti quesiti che si pone la popolazione locale, volutamente disinformata dal potere politico-amministrativo che ha sposato l’interesse di aziende private presentandolo ingannevolmente come portatore di benessere collettivo.
Desideriamo inoltre impegnare le nostre comuni energie per portare la conoscenza di questa vergogna a livello regionale e nazionale, in quanto questa emblematica vicenda del Monte Altissimo evidenzia l’arroganza con cui è stata ripetutamente calpestata ogni forma di democrazia e l’assoluto prevalere di interessi di aziende private che realizzano profitti in danno alla collettività e ai beni comuni.
La manifestazione fissata per il 13 aprile a Seravezza è aperta a tutti coloro che condividono questo documento, sia nel percorso di costruzione che nella giornata di mobilitazione.
Agli aderenti a partiti politici chiediamo di partecipare a titolo individuale e senza esporre simboli di partito.
LE ADESIONI
Ecco l’elenco in ordine alfabetico delle sottoscrizioni al 12 marzo: